LA VERA STORIA DEL RITROVAMENTO DELL'AFFRESCO DELLA MADONNA DELLA CROCE
di Salvatore Capotorto
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Questi sono giorni frenetici. Nel centro storico di Triggiano è un susseguirsi di eventi e preparativi legati alla festa patronale che avrà il suo culmine domenica 21. Incontro in chiesa, dopo la cerimonia domenicale, un amico conosciuto ai tempi della Proloco. Il suo nome è Giuseppe Cacucciolo, conosciuto da tutti sotto il nomignolo di Pinuccio. Lo invito a patrtecipare alla presentazione di mercoledì 17 della mostra della 'Chiesa matrice in 3d' che si terrà in bibblioteca parrocchiale ed tra un discorso e l'altro, vengo a sapere che è stato uno degli attori dei lavori di restauro della chiesa matrice e anche della chiesetta della Madonna della Croce. Argomento molto interessante che mi affascina enormemente. Lo trattengo, lo bombardo di domande soprattutto quando mi accenna di come è avvenuta la scoperta dell'affresco della Madonna della Croce. Visto la mia insistenza, mi invita a seguirlo nella omonima chiesa e con il suo fare molto animato nel ricordare quei momenti, mi inizia a raccontare una storia degna di essere pubblicata per non rischiare di perderla. Tento ora di trascriverla:
"Era il mese di aprile del 1982 e Triggiano viveva uno dei momenti più importanti della sua storia. Si era da poco scoperto, quasi per caso, un patrimonio inestimabile sotto la pavimentazione della chiesa matrice. Un patrimonio che ha riaperto la voglia di comprendere le origini molto confuse su questa cittadina. Grazie alla determinazione del parroco di allora, Don Dorino Angelillo, la chiesa matrice cominciava ad essere non più un luogo di culto ma un cantiere, dove un via vai di tecnici e operai prendevano il posto dei consueti fedeli. Nacque quindi la necessità di trovare un altro luogo dove celebrare le funzioni religiose e quindi ci si organizzò in tal senso, predisponendo piazza Mercato per quelle più corpose e la piccola chiesetta della Madonna della Croce per le celebrazioni quotidiane. Perciò dovendo usare per un lungo periodo quest'ultima, si pensò di dare una rinfrescata al fine di renderla più accogliente. E' proprio durante questi lavori, che i miei operai nell'asportare la grande tela dell'altare maggiore del pittore Nicolò De Filippis e nel carteggiare il relativo intonaco retrostante effettuarono un'altra importantissima scoperta. Apparve sotto l'azione dell'utensile, un elemento pittorico che immediatamente lasciò trasparire la presenza di un opera molto più grande. Avvisato il parroco, tutto il lavoro venne fermato e dato in consegna alla restauratrice (Liliana Giove) che nel frattempo era impegnata ad intervenire sulle tele della chiesa matrice. Si procedette perciò cautamente, asportando con delicatezza, lo strato di pittura che copriva un affresco che sembrava perso nei ricordi."
Fermiamo un attimo il racconto di Pinuccio, per fare un po' di chiarezzza. La tela in questione che è ancora quella oggi esistente, come molti hanno potuto notare, ha al centro un riquadro detto 'nicchio' voluto dai committenti, per permettere la visione parziale ma essenziale (Madonna e bambino) dell'antico affresco. Questo cosidetto 'quadro grande' fu realizzato perché il piccolo affresco sembrava misero su di un altare ligneo ed imponente come doveva esserlo nei primi anni prima dei vari incendi. Cosa accadde però? Accadde che il De Filippis terminato la tela, si rese conto che la sua opera di elegante fattura, strideva violentemente con il semplice ed ingenuo affresco preesistente. Perciò il pittore triggianese, non ci pensò due volte a ridipingere il volto della Madonna e del Bambino, sostituendoli con uno stile che più si avvicinava alla sua opera. E così nel 1731 l'affresco originale entra nel dimenticatoio per essere nuovamente riportato alla luce nel 1982.
Riprendendo il racconto Pinuccio continua dicendo:
"L'emozione e lo stupore fu immenso nel terminare l'intervento di pulizia, anche perché si intuì subito che quell'opera risalente alla notte dei tempi della storia triggianese, non faceva parte della parete dell'altare maggiore ma era posto su un pezzo di muro a forma di lunetta incastonato a dovere in una nicchia creata appositamente per accoglierlo. Tutti i presenti ci chiedemmo cos'era quel manufatto, da dove proveniva, chi lo aveva collocato. Nei giorni successivi, una plausibile risposta venne dal ritrovamento sulla parete esterna della chiesa, di tracce di malta che richiamavano la stessa forma del manufatto ritrovato. Era perciò improvvisamente chiaro che cio, che quella sera riappariva nuovamente alla vista degli uomini, una volta era collocato all'esterno, in direzione di via Cesare Battisti. Un altro tassello era stato quindi inserito nella ricostruzione della storia locale. Sensa dubbio era stato ritrovato l'elemento che forse aveva dato il nome alla città. Il punto centrale da dove partivano le quattro strade (crocevia = Croce nuova = Croce = Madonna della Croce) principali di Triggiano, dove i contadini che si recavano nei loro poderi, si fermavano a pregare e a chiedere a quella Madonna con il Gesù bambino in braccio, di aiutarli nelle fatiche quotidiane. Quell'affresco ancora posto lì sull'altare maggiore andava però valorizzato, andava restaurato. Si pensò così di estrarlo pur sapendo di effettuare una operazione molto delicata visto il peso notevole (8 quintali circa) che possedeva. Costruemmo una impalcatura ad hoc, composta anche di carrugole rovesciate e pressapoco superata la mezzanotte del 27 aprile 1982 , l'affresco venne fatto avanzare di oltre tre metri e appoggiato a terra davanti l'altare della omonima chiesetta. La commozione, fu enorme. Tutti i 33 presenti vissero allo stesso modo quell'evento ma in particolar modo, don Dorino che pianse per la gioia. Il restauro fu eseguito dalla restauratrice Giove nel salone parrocchiale della chiesa matrice, dove il frammento oltre ad essere ripulito dalla ridipittura, fu anche posto in sicurezza con una impalcatura metallica tuttora visibile. Terminato il restauro, il 31 maggio, il prezioso cimelio venne collocato, dove oggi abbiamo la possibilità di ammirarlo, dopo essere stato portato in processione per le vie di Triggiano e acclamato dalla cittadinanza."
Quasi tutto chiaro adesso, dopo il racconto di Pinuccio, riemozionato nel vivere quei momenti. Qualcosa ancora però mi sfuggiva. Ma nel riquadro centrale della tela, dopo l'asportazione dell'affresco cosa si è stato inserito in sostituzione?
Pinuccio, trascinadomi all'esterno mi indica la parte superiore del portale della chiesa e mi confessa che l'immagine che vediamo oggi collocata nella nicchia non è altro che la raffigurazione su di una lamiera metallica di forma triangolare, posta all'interno del timpano che copriva l'affresco originale esterno della Madonna con il santo Bambinello. Quindi in un sol colpo si sono scoperti due affreschi.
Il tutto è finito davanti ad un buon caffè, felici di aver rivissuto momenti cruciali della storia triggianese, lasciandoci con l'intento di portare avanti progetti futuri che possano valorizzare la nostra cittadina.
NB. Alcune informazione sono tratte dal libro "La Memoria della Croce in una 'Memoria' del 1737" con prefazione di Pasquale Battista.
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15/09/2014 |
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