Visite guidate ore 19:30 i giorni 25, 26, 27 Dicembre 2009 e 6, 10, 17, 24, 31 Gennaio e 2 Febbraio 2010
Installazione dell'Artista Michele Zaza
" Tempus fugit " Il tempo che fugge sembra essere quasi un monito a vivere consapevolmente ogni momento della propria esistenza. E talune circostanze richiedono che il tempo della storia e iÌ tempo dell'uomo coincidano: Dio che diventa Uomo, questa presenza misteriosa ma rivelatrice di un diverso messaggio che si insedia in "un mondo che brama ad una reciprocità senza conflitto" esige una più profonda riflessione nella prospettiva del superamento di una dimensione solo esteriore che oggi sembra permeare la circostanza rievocativa del Natale. Attraverso un intenso percorso che, per poter essere compreso appieno, richiede appunto riflessione, l'acuta sensibilità di Michele Zara, personalità di spicco nel multiforme panorama dell'arte contemporanea, ha reso "visibile" e " udibile" l'afflato della Vita, che permea di sè un luogo, qual'è la chiesa del'XI secolo sottostante le chiesa madre di Triggiano, che è stato punto di riferimento nell'esistenza dei nostri progenitori. L'Archeoclub d'Italia di Triggiano "Nicollò De Filippis" anche per il Natale 2009 ha promosso il progetto che annualmente realizza a partire dal 2003, perchè i luoghi segnati dalla nostra storia di cittadini che si riconoscono come tali anche per le comuni origini, non vengono dimenticati ma continuino ad essere memoria viva della propria esistenza passata. Il nostro "grazie" va come sempre al parroco della Chiesa Madre Don Antonio Bonerba, ai vicari parrocchiali don Pietro Addante e don Francesco Mancini, e all'Amministrazione Comunale di Triggiano, perchè condividono, sostengono e rendono possibile annualmente la realizzazione di tale progetto.
La Presidente Anna Maria Lagioia
Betlemme Betlemme
Nel titolo dell'opera agisce una duplicità semantica: Zaza considera che in ebraico il nome di Betlemme significa "casa del pane" e in arabo "casa della carne", e che, quindi, nel nome del luogo si manifesta il principio cristiano dell'ircarnazione e si avvalora la metafora del pane come corpo divino. Zaza, muovendo dal senso profetico del nome, rivisita qui alcuni temi fondamentali del suo percorso di artista. Se la sua prima mostra, nella galleria Diagramma di Milano nel 1972, si intitolava "Cristologia", l'interesse per la narrazione dei sacro e dei suoi topoi si è poi dipanato in opere laiche, intensamente evocative di componenti archetipe esistenziali. Forse non era chiaro a tutti negli anni Settanta, che fotografare situazioni postprandiali era anche un riflettere, nelle forme di un realismo eroico e trasfigurato, sui simboli che fondano, per la nostra cultura, ancestralmente,la sacralità. Nella istallazione insieme alle evangeiiche piante di pane, che omaggiando Triggiano come "terra del pane" ricordano resurrezionali germogli pasquali, il battito del cuore risuona come respiro della terra, e le luci alludono alla feste pagane del solstizio invernale. Epifanicamente, la proiezione dell'immagine della Natività focalizza l'attenzione sul linguaggio sensibile dell'arte, che visualizza l'evento e lo celebra.
Vincenzo Velati
|