Grande gara. Ero già stato ad Agropoli qualche anno fa (nel 2004 mi sembra), quando correre in più di 1h25’ una mezza rappresentava per me un mezzo fallimento, e ne ero rimasto piacevolmente colpito. Ma questa volta, sarà che l’esperienza organizzativa di Funicello e compagni (la Libertas) è cresciuta, sarà che in occasione dei campionati italiani master abbiano voluto curare tutti gli aspetti, ma mi è sembrata decisamente migliorata. Se non fosse per la lamentela degli ultimi arrivati rimasti senza ristoro finale (anche per il crudele ed ignobile assalto dato al camioncino da podisti arraffoni dove educatissime addette consegnavano liberamente la bustina contenente acqua, integratore e banana) davvero non ho riscontrato punti negativi. Sin dal sabato velocissima e ordinatissima era la consegna di pettorali e pacchi gara (il miglior pacco ricevuto in un campionato italiano…), curata da addetti esperti e cortesi. Dal sabato pomeriggio apriva il cosiddetto villaggio, con possibilità di assistere al convegno celebrante il trentesimo anniversario della vittoria olimpica di Pietro Mennea, il grande velocista barlettano che l’indomani avrebbe premiato anche i vincitori assoluti. Già dalla serata era tutto allestito, gabbie, transenne, palco, mancavano solo gli atleti e la voce di Marco Cascone, vitalissimo e competente speaker. L’indomani, la domenica, il giorno della gara, lo scenario era da brivido: migliaia di atleti che si riscaldavano correndo su e giù per lo splendido lungomare di Agropoli, con il borgo antico e il castello a dominare la scena in fondo. Il clima, con una splendida giornata estiva, completava il tutto; per chi ama la corsa, il podismo, era difficile non “farsi prendere” . Oltre 2600 gli iscritti, per la maggior parte del sud, tanti i pugliesi presenti, con mia moglie Tonia e mio figlio Leo a scattar foto, mentre il sottoscritto indossava la canotta “Podisti.net” e il pettorale con la sola speranza di concludere la gara. Per evitare disparità di trattamento, trattandosi di campionato italiano di categoria, l’organizzazione aveva deciso di sistemare gli atleti in apposite gabbie per età, con le categorie più giovani davanti. Criterio se vogliamo, tutto sommato giusto: se potevano risentire i tempi finali (anche se il chip certificava il real time per tutti), si assicurava ugual trattamento a tutti i 35, i 40 e così via… Certo, facendo un esempio, mi spaventava vedere alle mie spalle , il mio amico e compagno di squadra Enzo Romano, m45, che, dopo un’oretta e qualcosa, si sarebbe laureato campione italiano! Dopo il minuto di raccoglimento per ricordare gli Alpini deceduti in Afghanistan, il conto alla rovescia di Cascone, lo sparo e via, il lungo corteo degli atleti invadeva il lungomare. Ormai abituato a partire in fondo, avvertivo un senso di disagio nel ritrovarmi in mezzo, preoccupandomi più che altro di non cadere e di non subire colpi, che mi avrebbero subito eliminato dalla partecipazione. Nonostante i grandi numeri, tutto si svolgeva in grande ordine, gli atleti scorrevano il maniera fluida e ciascuna procedeva al proprio ritmo. Il percorso, come lo ricordavo, risultava veloce e mai uguale, con piccole e continue variazioni di pendenza, che servivano a non annoiare, oltre alla spettacolarità di affiancare gli scavi di Paestum, davvero fantastici, per ripercorrere, nel finale, lo splendido lungomare di Agropoli e tagliare al traguardo. Percorso blindato a ogni mezzo esterno, con più ristori con bottigliette d’acqua, gente sul tracciato e molto sole. A vincere la gara (2280 i finisher), in 1:03:52, il keniano Hillary Kiprono (Violetta Club), soprannominato da mio figlio “gambe corte”, davanti al connazionale James Kibet Kigen (Futura Roma), “gambe lunghe”, in 1:04:55; terzo il marocchino della Scotellaro Matera, Issam Zaid in 1:06:37. Quarto, primo italiano, Salvatore Calderone (Cus Torino) in 1:08:56, davanti al mio amicone Gennaro Bonvino (Nuova Atl. Giovinazzo) quinto in 1:09:01. Tra le donne, successo e pb per l’allieva di Venditti, Meriyem Lamachi (Montemiletto Team) in 1:13:25, seguita da Annamaria Vanacore (Ester Napoli), seconda in 1:18:47, e da Paola Garinei (Avis Perugia), terza in 1:21:53. Campioni nazionali risultavano: m35 - Gennaro Bonvino (Giovinazzo) in 1:09:01; m40 – Salvatore Calderone (Cus Torino) in 1:08:56; m45 – Vincenzo Romano (Le Ombre dell’Albero Fasano) in 1:12:58; m50 –Paolo Coppa (Runners Chieti) in 1:17:18; m55 – Michele Gallo (San Michele Salentino) in 1:17:16; m60 – Rolando Di Marco (Di Marco Sport) in 1:19:03; m65 – Giancarlo D’Alessandro (Runners Chieti) in 1:29:30; m70 – Rocco Valli (La Torre) in 1:34:21; m75: Renzo Cavallini (Giglio Rosso Firenze) in 1:48:38; m80: Leonardo Palmisano (Casalini Brindisi) in 2:26:56; f35: Annamaria Vanacore (Ester Napoli) in 1:18:47; f40: Elisabetta Comero (Faenza 85) in 1:24:02; f45: Donatella Vinci (Road Runners Milano) in 1:22:46; f50: Maria Lorenzoni (Faenza 85) in 1:25:10; f55: Danila Moras (Livenza Sacile) in 1:27:56; f60: Maria Linda Ciotti (Romatletica) in 1:48:12; f65: Teresa Di Carlo (Am. Teramo) in 1:45:26; f70: Maria Teresa Pomponi (Romatletica) in 2:07:23. Per spirito di cronaca, Ivano Musardo (10° Re.Tra. Esercito Bari) in 1:11:03 e Marisa Russo (Le Ombre dell’Albero Fasano) in 1:25:21 vincevano le categorie tm e tf. Come da tradizione, erano premiati con riconoscimenti consegnati subito dopo l’arrivo, i primi 300 atleti giunti al traguardo. Tra le società, al maschile, successo per il Team Isaura Valle dell’Irno davanti ad Avis Perugina e Hobby Marathon Catanzaro; al femminile, vittoria dell’Atletica 85 Faenza, seguita da Runners Chieti e Avis Perugia.
La mia gara – Partito senza preparazione che non fosse la mezza di Barletta della settimana prima, che però mi aveva appesantito pesantemente i muscoli, correvo nei primi chilometri ad un ritmo forse più alto rispetto alle mie attuali e lente possibilità (passaggio al 10° km in 53:03). Una breve sosta al 13° km, che nella mia immaginazione mi avrebbe ricaricato, mi procurava viceversa una zoppia (la solita anca!) durata per oltre 300 metri. Forza di reazione, bestemmie e un miracolo mi permettevano di ripartire, con rimonta di numerosi “antagonisti” e taglio del traguardo in 1:51:45 (real time inferiore di 32 secondi) insieme al caro Stefano Martemucci di Castellaneta. Crono altissimo, ma ottimo per la mia situazione fisica! Aldilà della gara, trasferta bellissima in compagnia di Michele Cuoco e Mina Cofano, e - dal sabato - di Marisa Russo, Carlo Montanaro, Enzo Romano e Gianluca Rossini.
Giudizio Finale: Gara da vivere, da partecipare e da gustare. Considerando che l’anno prossimo ci sarà meno affluenza non essendo campionato italiano, sarà possibile ottenere ancor più ottimi crono, oltre alla consueta considerazione per l’uomo-podista, alla fine il particolare più importante.
|