TMLand : Accadde a Triggiano
da Corriere della Sera:
Massacrata dagli amici dopo lo stupro
Come al Circeo: la sorella diciassettenne si salva e fa bloccare gli assassini
di Vulpio Carlo

TRIGGIANO 24 maggio 1996 - Tre ragazzi, due dei quali minorenni, hanno violentato e ammazzato una ragazza di 26 anni che "non ci voleva stare". Dopo aver abusato di lei, le hanno fracassato il cranio, sbattendolo ripetutamente contro un masso. "Dio, che morte . ha detto un carabiniere .. Ci vuole tempo per finire cosi' una persona".

I tre hanno anche cercato di violentare la sorella diciassettenne della vittima. Ma la ragazza, pestata a sangue, e' riuscita a scappare e a dare l' allarme alla prima pattuglia di carabinieri che ha trovato sulla strada che va dalla piccola Cellamare a Capurso, dove si trova una caserma dell' Arma. Subito si e' scatenata una vera e propria caccia all' uomo, e Cellamare, Capurso, Triggiano, il paese delle due ragazze, e anche Bari sono state passate al setaccio. Un elicottero non ha smesso di ronzare su tutta la cintura barese fino a quando i tre indicati dalla giovane sopravvissuta non sono stati acciuffati.

I due minori sono stati arrestati, il terzo presunto "macellaio", F. L., di 22 anni, e' in stato di fermo. L' hanno interrogato per ore, lo hanno messo in difficolta' con il racconto dei suoi due complici, ma lui ha tenuto duro per tutta la sera, negando e tacendo. Ma anche sul suo capo, come per i due complici minorenni, pendono le pesantissime accuse di omicidio pluriaggravato, sequestro e violenza sessuale. Sembra la ripetizione, questo massacro, di un' altra storia orribile di vent' anni fa, "il delitto delle tre belve del Circeo". Anche allora, era il 1975, due ragazze vennero ingannate da tre amici. Furono prima violentate e una di loro, Rosaria Lopez, appena 19 anni, fu ammazzata.

L' altra, Donatella Colasanti, 17 anni, si salvo' per miracolo. Vent' anni dopo, di nuovo lo stesso orrore. Cosa e' cambiato rispetto ad allora? Solo il campo d' azione della violenza, e di quella sessuale in particolare, che non e' piu' solo un' esclusiva dei ceti alti, i ragazzi viziati del Circeo, ma anche di quelli medi e bassi. Le due sorelle sequestrate e violentate l' altra notte erano a Triggiano da pochi mesi. I loro genitori, emigrati in Australia, le avevano mandate in Italia dagli zii, per un periodo di ambientamento che permettesse loro di fare la scelta definitiva tra il Paese d' origine e quello che aveva dato lavoro e sicurezza alla famiglia.

A Triggiano, le due ragazze avevano fatto amicizia con molti coetanei, e tra questi c' erano anche i tre che l' altroieri sera le hanno ingannate con la scusa di una passeggiata insieme per le strade di Cellamare, distante neanche cinque chilometri. Loro, chiamiamole Rosa e Maria, hanno accettato di buon grado, volevano soltanto trascorrere una serata in compagnia. Erano in macchina, gironzolavano per il paese senza una meta, quando il piu' grande dei tre, l' unico "patentato", ha svoltato per una stradina di campagna e si e' fermato a "Pezze Castello", una contrada abbastanza protetta da sguardi indiscreti. Rosa e Maria hanno capito subito che cosa volevano da loro quegli "amici" e hanno chiesto, urlato e implorato di tornare in paese, hanno resistito alle mani che frugavano sotto le loro vesti, hanno cercato anche di scappare, ma soltanto Maria, la piu' piccola, ci e' riuscita. Rosa e' stata assalita come da un branco di iene inferocite, e' stata colpita, violentata, uccisa.

La sua testa sbattuta contro un masso, fracassata come un guscio di noce. Il suo corpo e' stato trovato ieri mattina alle otto, ma Rosa non sembrava morta. Cosi' giovane e pulito, il suo viso sorrideva al sole che gia' faceva risplendere la campagna. Mentre Rosa moriva, Maria vagava per la campagna in cerca di aiuto. Quando ha visto la pattuglia dei carabinieri, si e' quasi lanciata sul cofano dell' auto e ha raccontato quel che aveva visto, nel suo italiano approssimativo, fino ad arrendersi allo choc e a perdere i sensi.

I militari l' hanno accompagnata in ospedale e hanno dato l' allarme. Alle tre del mattino, i due minori sono stati prelevati dalle proprie case e alle quattro di ieri pomeriggio, nel quartiere San Paolo di Bari, e' stato acciuffato anche il presunto "capo" del trio omicida. I due minori sono stati poi accompagnati nella caserma della vicina Capurso, dove li ha interrogati il sostituto procuratore minorile Patrizia Rautis, che ha chiesto a Maria se le restava forza sufficiente per un confronto in caserma. Maria ha accettato, ha lasciato l' ospedale e, se quanto e' trapelato non e' solo un' impressione, ha riconosciuto i suoi aggressori. L' altro, il maggiore dei tre, e' stato interrogato per tutta la notte dal sostituto Marco Dinapoli in un' altra caserma. Il magistrato non ha voluto dir nulla sull' indagine, ma non ce l' ha fatta a non commentare la brutale fine della povera Rosa: "E' stata un' azione veramente bestiale . ha detto .. Probabilmente gli aggressori hanno perso il controllo e hanno commesso un omicidio "inutile", perche' c' era gia' un testimone che era riuscito a fuggire". Come al Circeo, vent' anni fa.

Vulpio Carlo
24/05/2012

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