In ricordo del nostro Padre Pietro
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“Rivestitevi di sentimenti di umiltà” (Col 3,12).
Don Pietro è stato semplicemente evangelico!
Il Ministero sacerdotale del Nostro Padre Pietro ha avuto il suo proprium nell’umiltà evangelica. Evangelico nel parlare, Evangelico nel vestire, evangelico nel mangiare, evangelico nel sorridere, evangelico nel vivere! Di lui possiamo usare l’immagine cara ai Padri della Chiesa: quanto più un albero affonda le sue radici nel terreno dell’umiltà, tanto più la chioma si estende verso l’alto. Don Pietro viveva nel nascondimento, non ha mai cercato i primi posti. E quando qualcuno casomai si fosse ricordato di darglieli, si è trovato scomodo su quella poltrona… Persona umile, che non amava apparire alla gente, ma amava far sentire cosa dice il cuore con i propri scritti. Nemo profeta in patria sua! Ma la sua voce è arrivata lontano!
La sua produzione letteraria è molto vasta, e abbraccia diversi e contrastanti generi letterari: opere di filosofia, di morale, di patristica, opere biografiche. La sua tesi di laurea “La centralità della persona in A. Rosmini.” gli ha meritato la menzione particolare da parte dell’Accademia dei Lincei, ed è stato insignito per due volte del premio di cultura del Consiglio dei Ministri e medaglia d’Oro dal Capo dello Stato. Nel 1997, in ambito internazionale, gli è stato assegnato il premio “Città di Rovereto”. Ha occupato per diversi anni la carica di Presidente del Centro Internazionale di Studi rosminiani. Ha collaborato con diversi quotidiani tra cui l’Osservatore Romano e, ha fatto sentire la sua voce in trasmissioni radiofoniche quali: Radio Vaticana e una Radio tedesca.
Il suo era un animo inquieto: non ha mai smesso di cercare, di porsi domande sull’uomo, sulla vita, sul male, sulle crisi irrisolte della società postmoderna. Il filo d’oro delle sue opere è stato dare voce ai dimenticati e riflettere, partendo dall’antropologia rosminiana, sulle cause delle malattie esistenziali che attanagliano l’uomo di oggi. Questa ricerca non è rimasta fine a se stessa perché Lui, come docente di filosofia, è stato educatore di tante generazioni di giovani.
Così gridava in una poesia pubblicata nel 2002:
“Coraggio, coraggio, fratello della vita! La novella della salvezza non è poi una favola, perciò dobbiamo gridare al mondo queste denunce; La speranza ci dice che c’è ancora un domani per tutti. Non possiamo più tacere e non dobbiamo avere paura di morire sul campo del lavoro”. (“Il dolore dell’anima e le voci della speranza”, P. Addante pag.64)
Motivo di sconforto è stato nella sua vita il fatto di non vedere apprezzata la sua produzione filosofica ed etica in ambiti secolari ed ideologici, a Lui pregiudizialmente avversi, solo perché sacerdote cattolico.
“Non ho perduto il vizio di vivere quando la violenza dei forti giocava con la mia anima, il mio pensiero era diventato la voce del silenzio”. (“Il dolore dell’anima e le voci della speranza”, P. Addante pag.44)
La spiritualità di D. Pietro ha conservato la sua iniziale vocazione di seguire Cristo attraverso la regola dei Minimi vissuta da S. Francesco da Paola, di cui era fortemente innamorato fino ad essere riconosciuto suo grande biografo. A Lui si deve l’unica biografia su San Fracesco da Paola edita dalle Edizioni Paoline. Inoltre, l’opera “I fioretti di S. Francesco da Paola”, commentati da Don Pietro, è stata stampata a cura del Consiglio Regionale della Calabria, ed è stata anche diffusa, in edizione scolastica, in tutte le scuole calabresi. Notevole è stato anche l’impegno che Don Pietro ha profuso nel ricercare e difendere il patrimonio religioso, storico e artistico del suo paese natale. Nel 2006 ha dedicato ai Triggianesi di oggi residenti ed emigrati, la biografia del sacrestano Vito Taneburgo dove raccoglie le tradizioni religiose di questo paese “per non dimenticare i veri costruttori della Civiltà dell’ Amore” ,come ha scritto nella dedica. Anche la sua vita ordinaria era improntata dalla spiritualità del Santo, dalla semplicità, e dall’ attenzione agli altri. La sua giornata iniziava puntualmente con la S. Messa delle ore 7,30. Rivolgeva particolare attenzione al Sacramento della Riconciliazione, offrendo ai penitenti una parola di conforto e di incoraggiamento spirituale. Eccellenza, con Lei Padre e Pastore della nostra Chiesa locale, oggi piangiamo la perdita di un SACERDOTE AUTENTICO e, parimenti ringraziamo il Signore per i doni che, attraverso di Lui, ha elargito a tutta la comunità. Non sono un profeta, ma ho il presentimento che di Lui si parlerà da morto più di quanto se ne sia parlato in vita. La sua eredità è rappresentata da oltre sessanta opere. La scrittura, in qualsiasi forma si esprima, manifesta e sigilla la ricerca della verità e provoca quel viaggio interiore che prolunga la vita dello scrittore nei posteri. Verba volant, scripta manent!
E io mi impegno quest’oggi solennemente davanti a tutti a fare in modo che l’eredità di Padre Pietro non vada dispersa ma trovi una sua degna collocazione nella nostra Biblioteca Parrocchiale, in fase di restauro. Essa sarà a lui dedicata. Il nostro auspicio è che i suoi scritti siano approfonditi nelle sedi opportune. Caro don Pietro, da quando mi sono insediato in questa parrocchia, come Parroco, ho sempre avuto grande considerazione della tua persona. Prima di prendere qualsiasi decisione ho chiesto il tuo parere. Il periodo della malattia ci ha visti più vicini come sacerdoti io, te, e don Francesco. Quotidianamente ti sono stato accanto in ospedale. La mia costante presenza accanto al letto del tuo dolore non era un favore personale, ma era un bisogno di fraternità sacerdotale in comunione col Sommo Pontefice, successore dell’Apostolo Pietro, col Vescovo, con i sacerdoti e con tutta la realtà ecclesiale. Sì, caro Don Pietro, tu sei mio e nostro fratello, il Vescovo è Nostro Padre, e il popolo di Dio qui riunito è la nostra grande famiglia.
Noi crediamo nella Risurrezione, nella Vita Eterna, nell'Amore di Dio che è per sempre e vogliamo vivere in questa fede che la tua forza ha confermato nei nostri cuori. Ti chiediamo di continuare dal Cielo, a vegliare su di noi, sulla nostra Parrocchia, sulla Nostra Città di Triggiano!
L’Arciprete Don Antonio Bonerba
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21/08/2010 |
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