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Il web 2.0 distrugge idee, dibattito e critica, parola di Jaron Lanier
Jaron Lanier confessa in un libro la sua delusione e preoccupazione rispetto alla deriva del web 2.0 che lui stesso ha contribuito a far nascere: lo sviluppo di internet ha portato ad un appiattimento dei contenuti che minaccia la creatività, la diffusione delle idee ed il sano dibattito. In Italia, Gianni Riotta condivide la sua posizione.
di Irene Canziani

Il web 2.0 uccide la creatività, genera un appiattimento dei contenuti e rischia di distruggere le idee, il dibattito e la sana critica.

A lanciare l'allarme non è qualche accademico retrogado e particolarmente attaccato alle tradizioni, ma niente meno che Jaron Lanier, uno dei pionieri della rete internet, teorico della virtual reality.

Nel suo libro "You are not a gadget: a manifesto", pubblicato da poco e già al centro di un acceso dibattito a livello globale, Lanier si dice preoccupato dalla deriva del web: "la creatività è stata uccisa, e il web ha perso la dignità intellettuale" afferma.

Ciò a cui si riferisce è un generale appiattimento dei contenuti online, con la rete internet che si sta sempre più trasformando in un caleidoscopio di notizie tutte uguali, poco approfondite e affrontate superficialmente.

I siti mettono insieme tutti i giorni, senza selezione e senza fornire una chiave di lettura agli internauti, notizie frivole ed importanti, le opinioni di persone autorevoli e gli sfoghi di "capannelli di assatanati sui blog".

Lanier si scaglia soprattutto contro la moda di esprimere la propria opinione sui social network o su blog: invece che incoraggiare un dibattito aperto e plurale, "gli insulti dei teppisti online ossificano il dibattito e disperdono la ragione".

Ed ecco che uno dei creatori del web 2.0 si rivolta contro la propria creatura, sottolineandone i difetti: "i blog anonimi, con i loro inutili commenti, gli scherzi frivoli di tanti video ci hanno tutti ridotti a formichine liete di avere la faccina su Facebook, la battuta su Twitter e la pasquinata firmata Zorro sul sito.

In realtà questa poltiglia di informazione amorfa rischia di distruggere le idee, il dibattito, la critica".

La posizione di Lanier ha suscitato una vasta serie di reazioni anche in Italia. L'intervento più forte è stato quello di Gianni Riotta, direttore de Il Sole 24 Ore: in un suo editoriale, Riotta afferma di condividere molte delle preoccupazioni espresse dal guru informatico, accusando in particolare portali come Google e Wikipedia di "mischiare diamanti e cocci di bottiglia".

Esiste una soluzione? Secondo Riotta, occorre "riportare sulla rete quei canoni di serenità, autorevolezza, vivacità, impegno, buona volontà, dibattito, critica che sono da sempre trade mark della libertà, dell'onestà, della ragione. Senza perderne la ricchezza, la spontaneità, l'uguaglianza".
14/01/2010

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