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da La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 28 nov.:
UN TEST PREDICE SE TI CAPITERA' L'ALZHEIMER ENTRO 10 ANNI
A BARI IMPORTANTI RISULTATI PRODOTTI DA RICERCATORI CONTRO LA MALATTIA
di Nicola Simonetti

Un esame, novello Tiresia mitico predittore del futuro, puo squarciare, dieci anni prima, grazie ad una ricerca eseguita a Bari, il velo che distanzia un soggetto dalla comparsa della malattia di Alzheimer compaia.
Si chiama C4D it test diagnostico innovativo che misura la quantità di rame libero (ione rameico libero) presente nel sague che, se supera specifici valori di soglia, predice, di dieci anni,
quando ancora i priori sintomi sono in mente Dei, il destino di quel soggetto ad ammalarsi di Alzheimer.
Un test accurato e sensibile che cattura e misura il rame libero circolante (esiziale, quando in ec-
cesso, per alcune cellule del cervello) grazie ad una sonda fluorescente originale.
La ricerca a state realizzata dal prof. Nicola Antonio Colabufo del Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco dell'Universita di Bari in collaborazione con il Policlinico Gemelli e 1'Ospedale Fatebenefratelli di Roma.
Il rame libero a intrinsecamente tossico, supera con facilitò il filtro che protegge il cervello da
sostanze lesive circolanti nel sangue (barriera ematoencefalica) sino ad interagire con altri fattori tossici.
Il troppo rame, in particolare, incentiva la formazione e rinforza 1'azione tossica di una sostanza
(proteina beta amiloide) la quale crea le esienziali "placche amiloidi", causa di "stress ossidativo", e danneggiano, soffocano le cellule nervose determinando l'instaurarsi progressivo a l'evolversi della malattia di Alzheimer.
Inoltre, seguendo un complesso processo biologico, L'eccesso di rame libero impedisce che l'organismo si sbarazzi di proteina beta amiloide e ne favorisce l'accumulo.
L'eccesso di rame (che, normalmente, regola tre meccanismi
fondamentali della memoria) impedisce la realizzazione dell'ultima fase di costituzione del meccanismo memoria e porta ad avvelenamento (neurotossicity) e morte delle cellule cerebrali (neuroni) interessate, coopera all'instaurazione dell'atrofia cerebrale in una parte del cervello (lobo temporo-mediale).
Il prof. Colabufo, in collaborazione con le università di Groningen ed Amsterdam ha, anche, in avanzato stadio di sperimentazione un radiotracciante PET [18]MC in grado di verificare la quantità ed il funzionamento di una proteina (Glicoproteina-P) che pulisce il parenchima cerebrale dall'accumulo di beta amiloide.
Questa alterazione patologica della Glicoproteina-P a il preludio alla fase di declino cognitivo neurodegenerativo.
Con 1'uso del radiotracciante sara possibile verificare, in precedenza, la disfunzione di tale lipoproteina che induce 1'accumulo di beta amiloide.
Altra realizzazione in fieri dell'equipe del prof. Colabufo riguarda i microRNA, nucleotidi che vengono sovraespressi o ridimensionati nell'Alzheilner.
«ll microRNA-206, nelle fasi di declino cognitivo - dice i1 prof. Colabufo - aumenta i1 proprio valore interferendo con altri peptidi che garantiscono robustezza e funzionalità delle sinapsi a livello dell'ippocampo dove le traiettorie della memoria vengono gestite».
«Studi recenti continua - hanno dimostrato che, con la somministrazione intranasale di AntagomiRNA-206 (un composto in grado di bloccare l'azione del microRNA-206), si ottiene un buon risultato in termini di incremento delle densità sinaptiche ippocampali e quindi della memoria.
Noi stiamo sviluppando un kit per it dosaggio su larga scala di questo microRNA».
Triggiano, presso 1'Opera Pia Francesca Fallacara" - conclude it Prof. Colabufo - entro marzo 2016, sara inaugurato it Brain FallacaraDepartment dove si svolgeranno diagnostiche innovative in termini dell'Alzheimer e percorsi di accompagnamento atti alla stimolazione della riserva cognitiva mediante iI "Giardino Alzheimer" di nostra ideazione"».
30/11/2015

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