Le Chiese : San Giuseppe Moscati

“La Fraternità sconfigge la Povertà” … per un Natale di Speranza


“La globalizzazione ci rende vicini, ma non fratelli”. (Benedetto XVI)

La pace è un bene indivisibile. O è bene di tutti o non lo è di nessuno”. (Giovanni Paolo II)

dai Pensieri di papa Francesco:

La vocazione alla comunità è oggi spesso contrastata da un mondo caratterizzato dalla “globalizzazione dell’indifferenza”. Uomini dal cuore anestetizzato, chiusi in se stessi; dinanzi alle sofferenze si “cambia canale”.

La cultura del benessere ci fa perdere il senso della responsabilità e della relazione fraterna. Gli altri, anziché nostri «simili», appaiono antagonisti o nemici e spesso sono «cosificati».

L’uomo è ridotto a una sola esigenza: il consumo. E’ una delle “deformità” della società attuale: l’essere umano, considerato egli stesso bene di consumo, si può usare e poi gettare.

E’ la cultura dello scarto… E’ l’adorazione dell’antico vitello d’oro che ha trovato una nuova e spietata immagine nel feticismo del denaro e nella dittatura dell’economia senza volto e né scopo realmente umano …

Il denaro deve servire, e non governare”.

Nella famiglia di Dio, dove tutti sono figli di uno stesso Padre, e in quanto innestati in Cristo, “figli nel Figlio”, non vi sono “vite di scarto”.

Tutti godono di un’eguale ed intangibile dignità.

La fraternità può sconfiggere la povertà in tre modi:

1) Attraverso la riscoperta e la valorizzazione di rapporti fraterni in seno alle famiglie e alle comunità, attraverso la condivisione delle gioie e dei dolori, delle difficoltà e dei successi che accompagnano la vita delle persone.

2) Prendendo coscienza che se è lecito, anzi necessario, come diceva San Tommaso d’Aquino, “che l’uomo abbia la proprietà dei beni, esso stesso li possiede non solo come propri, ma anche come comuni, nel senso che possono giovare non unicamente a lui ma anche agli altri”.

3) Scegliendo di vivere stili di vita sobri ed essenziali, di chi, condividendo le proprie ricchezze, riesce così a sperimentare la comunione fraterna con gli altri. La crisi odierna, pur con il suo grave retaggio per la vita delle persone, può essere anche un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza. Esse ci possono aiutare a superare i momenti difficili e a riscoprire i vincoli fraterni che ci legano gli uni agli altri, nella fiducia profonda che l’uomo ha bisogno ed è capace di qualcosa in più rispetto alla massimizzazione del proprio interesse individuale.

Perché questo avvenga è fondamentale non farsi guidare dalla «brama del profitto» e dalla «sete del potere. Occorre avere la disponibilità a «“perdersi” a favore dell’altro invece di sfruttarlo, e a “servirlo” invece di opprimerlo per il proprio tornaconto. L’“altro” – persona, popolo o Nazione – non va visto come uno strumento qualsiasi, per sfruttare a basso costo la sua capacità di lavoro e la resistenza fisica, ma come un nostro “simile”, un “aiuto”». Bisogna superare la «cultura dello scarto» e promuovere la «cultura dell’incontro», per camminare verso la realizzazione di un mondo più giusto e pacifico. La globalizzazione dell’indifferenza deve lasciare posto ad una globalizzazione della fraternità.

Auguri per un Natale ricco di fratelli e sorelle con cui condividerLo,

vs don Salvatore

16/12/2013

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