TMLand : Ambiente

S.O.S. Paesaggio
Riceviamo dal Presidente del Forum intercomunale A21
di Francesco Ressa

Il territorio di Triggiano è caratterizzato da due emergenze ambientali note col nome di
Lama San Giorgio e Lama Cutizza, a cui è riconosciuto un elevato valore naturalistico - storico - scientifico e un rilevante ruolo idraulico.
Nell'assetto geo-morfo-idrogeologico, infatti, esse sono divenute oggetto di tutela.
Ma, mentre per la Lama San Giorgio viene “tentata” la tutela e la valorizzazione, la stessa cosa non può dirsi per la Lama Cutizza. Eppure le norme per le azioni di tutela esistono e risalgono addirittura al 1902.
Infatti, la parte terminale della Cutizza è denominata “Torrente Chiancarello”.Questo “torrente” è così importante per Triggiano da essere riportato fra le acque pubbliche fin dal 1902, così classificato: "Denominazione: Torrente Chiancarello; Foce o Sbocco:
Adriatico; Comuni toccati o attraversati: Triggiano, Bari; Limiti entro i quali si ritiene pubblico il corso d'acqua: Dalla foce fino alla Nunziata".
L'identificazione di questa “acqua pubblica”, sul territorio e sulla cartografia, è univoca in quanto la foce è nei pressi di San Giorgio-Bari; l'altro limite, quello della "Nunziata" a Triggiano, corrisponde, come facilmente desumibile da antiche mappe e schizzi catastali ( n 43 del 1891), alla zona della chiesetta dell'Annunziata in via Dante. Inoltre, la dicitura “Chiancarello o Cutizza”, riportata in alcune descrizioni di beni nel volume Platee di fondi ... del 1859 redatta da Francesco Patano, indica che i due termini sono sinonimi.
Il “solco” principale della Cutizza è riportato nella Carta Idrogeomorfologica redatta dall’ Autorità di Bacino Puglia, che lo definisce “corso d’acqua episodico”. Esso ha il bacino che nasce nel territorio del Comune di Casamassima e, dopo aver attraversato Cellamare, Capurso e Triggiano, sfocia a Bari.
La Lama Cutizza, come la Lama San Giorgio, pur risultando in alcuni tratti fortemente
antropizzata (attesa la diffusa presenza di insediamenti abitativi già esistenti), riveste un ruolo importantissimo dal punto di vista dell'assetto geo-morfo-idrogeologico, del paesaggio e della stratificazione storica soprattutto per Triggiano. E’ lungo questa lama, infatti, che si ritrovano i segni tangibili della nostra storia.
Purtroppo, gli interventi in atto, di natura pubblica e privata, stanno determinando
rilevanti trasformazioni del "Paesaggio", definito come parte del territorio, così come è
percepito anche dalle popolazioni, che per le caratteristiche naturali e/o indotte dalle interrelazioni con uomo, è ritenuto meritevole di particolare tutela.
Le nuove strade, le nuove costruzioni in corso e quelle previste stanno determinando, infatti, impatti cumulativi e trasformazioni significative di un territorio che presenta importanti testimonianze. Queste, diffuse nel "paesaggio agrario", sono rappresentate dai "segni" tipici: dall'antica viabilità ai terrazzamenti, dai muretti a secco ai pagliai e trulli, per finire agli ipogei.
La modifica del Paesaggio, iniziata con l’edificazione di “pezzi” della lama, ha avuto il suo culmine con la distruzione della “rupe” dell’emergenza storico- archeologica “Ipogeo di San Lorenzo”, e di parti di antichi tratturi e muretti a secco.
Oggi interessa una zona caratterizzata da “magnifici Trulli”. Questi ultimi, oltre alla variazione del paesaggio, rischiano persino la demolizione in quanto interessati dalla strada in costruzione che corre quasi parallela alla via della Marina Vecchia (inutile, vista la breve distanza fra la Triggiano- San Giorgio e la zona 167).
Infine, le opere di trasformazione del territorio in corso non mantengono l'assetto geomorfologico d'insieme e non conservano neppure l'assetto idrogeologico, risultando non sostenibili dal punto di vista paesaggistico - ambientale e pregiudizievoli per la conservazione dei valori e dei beni da tutelare.
Si auspica, da parte dell’amministrazione locale e non solo, un pronto intervento in merito e un sollecito cambiamento delle attività in corso secondo i principi dello
sviluppo sostenibile.
Urge, in particolare, la messa in atto di una politica ambientale “diversa” che veda in primo piano la tutela e la valorizzazione delle invarianti del Paesaggio (“Le Lame”),
pensando ad un diverso uso del territorio (delocalizzando immobili e opere). In definitiva, occorre rendere la complessiva trasformazione compatibile con le finalità di salvaguardia, fruibilità e valorizzazione paesaggistica.
09/04/2012

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