Le Chiese : S. M. Veterana

Visita del Vescovo di Aosta
Chiesa Madre - Giovedì 8 aprile 2010, ore 18.30
di Francesco Necchia

S.E. Mons. Giuseppe Anfossi, Vescovo di Aosta
In occasione della visita in Puglia della diocesi di Aosta, nei luoghi toccati da Sant'Anselmo, in seguito alla ricorrenza del IX centenario della morte di Sant'Anselmo d'Aosta (21 aprile 1109), la nostra comunità parrocchiale è lieta di accogliere in mezzo a noi S.E. Mons. Giuseppe Anfossi, Vescovo di Aosta, che presiederà l'Eucaristia alle ore 18.30 di giovedì 8 aprile 2010 in Chiesa Madre. A seguire, terrà una conferenza sulla figura di Sant'Anselmo d'Aosta.



SANT'ANSELMO D'AOSTA, vescovo e dottore della Chiesa.

Anselmo nacque nel 1033 o nel 1034 ad Aosta, forse nella casa al numero 62 della strada che oggi porta il suo nome, da Gundulfo, il cui nome rivela la sua origine longobarda, e dalla nobile Eremberga, originaria della Borgogna e parente del conte savoiardo Oddone di Moriana. Sembra che fosse l'esempio della religiosità materna a spingerlo a desiderare la vita conventuale, ma si scontrò con l'opposizione del padre: seguirono difficili rapporti in famiglia, aggravati dalla prematura morte della madre che convinsero Anselmo ad abbandonare Aosta per la Borgogna e la Francia, mentre il padre, curiosamente, entrava in quel convento che aveva negato al figlio.
Nel 1059 giunse nell'abbazia benedettina di Notre-Dame du Bec, in Normandia, per seguire le lezioni del noto Lanfranco di Pavia, priore e maestro della scuola del monastero. Nel 1060 si monacò in quella stessa abbazia, divenne collaboratore del suo maestro nell'insegnamento e, nel 1063, priore e maestro di arti liberali succedendo a Lanfranco, che aveva preso la strada di Caen per assumervi la carica di abate del convento di Santo Stefano; quando poi, nel 1078, morì Erluino, il cavaliere fondatore e abate del convento di Notre-Dame, Anselmo venne eletto abate all'unanimità.
Anselmo si trattenne nell'abbazia fino al 1092 e fu il periodo di sua più intensa attività, tanto pedagogica che di riflessione e composizione teologica e filosofica: vi compose le due opere più note, il Monologion e il Proslogion, oltre al De grammatico, il De veritate, il De libertate arbitrii e il De casu diaboli. L'attività didattica si distinse, secondo quanto riferisce il suo biografo Edmero, dall'affermata tradizione di arcigna severità che costringevano gli alunni a una rigida disciplina e a un'arida ripetizione di principi da impararare a memoria.
Come abate e priore, Anselmo ebbe incombenze che lo costrinsero a frequenti viaggi, anche lunghi, come quello che intorno al 1080 lo portò in Inghilterra, a Canterbury, dove rivide l'antico maestro Lanfranco, ora arcivescovo, e conobbe quel monaco Eadmero alla cui biografia si devono le pur insufficienti notizie che lo riguardano.
Nel 1093 venne nominato arcivescovo di Canterbury: in Inghilterra si scontrò più volte con i re Guglielmo II ed Enrico I, e per questo motivo dovette intraprendere due volte la via dell'esilio. Egli fu canonizzato nel 1494 e proclamato Dottore della Chiesa nel 1720.
L'opera più famosa del periodo inglese (terminata, però in esilio in Italia, sull'eremo benedettino di Villa Sclavia) [oggi Liberi (Caserta)] fu il Cur Deus homo (Perché un Dio-uomo?). Anselmo ha lasciato anche un'ampia raccolta di Preghiere e di Meditazioni, nonché un nutrito Epistolario, dal quale si possono ricostruire anche i legami di solida e tenera amicizia che aveva con i suoi discepoli.
Anselmo è ricordato non solo come teologo, ma anche come filosofo (viene talvolta definito il "padre della Scolastica"), soprattutto per la ricerca, sviluppata nel Proslogion, di un unum argumentum, un unico principio immediato e fondato solo su sé stesso per la dimostrazione dell'esistenza e degli attributi di Dio. Immanuel Kant definí questa dimostrazione prova ontologica dell'esistenza di Dio, sebbene Anselmo non abbia mai utilizzato questa espressione.
06/04/2010

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