..dal cuore di un gifrino
Festa della promessa GiFra
di Michele Dicosola
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"Vogliamo essere una comunità di fede che ha l'Eucarestia come centro, il Vangelo come guida, la Chiesa come madre, i poveri e gli ultimi come fratelli"
A volte ripensando alle parole che ho pronunciato domenica scorsa durante il rito della promessa provo un certo senso di paura, perchè se davvero penso a quello che abbiamo pronunciato ho paura dell'incoerenza a cui posso andare incontro. Sentirmi chiamare Giovane francescano mi da un carico sulle spalle che in alcune occasioni è difficile da sostenere...già perchè se è vero che sono francescano è anche vero che sono prima di tutto giovane, giovane in un mondo in cui è difficile essere coerenti, sono un giovane con tutta l'incertezza che un giovane ha in quell'età così particolare, un giovane normale che vive una realtà particolare. Forse ci vuole un po' di pazzia per promettere con consapevolezza quelle parole difronte ad una comunità in una chiesa, ci vuole la spericolatezza e la sana incoscenza di un giovane che crede per passione ad un sogno o ad un ideale. Forse c'è la personale voglia di rifiutare un modello di società che accomuna la semplicità alla povertà e al fallimento, possono esserci tanti motivi a causa di una scelta consapevole ma la forza e la bellezza di ogni fraternità è proprio la varietà di tutte queste motivazioni, la spinta delle fraternità è proprio la giovinezza che abbiamo al nostro interno, è il noi, è la comunità che ci da la forza per perdonarci le nostre incoerenze, è il nostro volerci semplicemente bene che mi porta a non aver paura, è il ritrovarsi accomunati da un modello, da un esempio, da un poverello che aveva fede, che credeva così profondamente da affidarsi completamente nelle mani del nostro unico Papà.
pace e bene |
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25/01/2005 |
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