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da mediamente.rai.it
Intervista a Richard Stallman 4a Parte


Domanda 11
Dove è iniziata la sua attività?

Risposta
Sono stato affascinato dai computer appena ne ho sentito parlare, e volevo imparare a programmarli. Avevo 12 anni quando, durante un campo estivo, uno dei consiglieri aveva un manuale di un computer che usava per la scuola. Così, ho letto il manuale e sono rimasto affascinato, quindi ho pensato a cose facili che avrei potuto fare con il programma e mi sono trascritto il software: morivo dalla voglia di programmare! Non vidi, di fatto, un computer, se non molto tempo dopo, quando frequentavo l'ultimo anno delle superiori; a quel tempo cominciai a frequentare un laboratorio dell'IBM a New York dove mi facevano programmare il loro computer, e cominciai a scrivere un progetto molto complesso, che non ho mai finito, che riguardava i compilatori e l'espansione del linguaggio di programmazione diffuso allora. In seguito, durante l'estate di quell'anno, mi dettero un lavoro estivo e mi assunsero per scrivere un programma in fortran. Realizzai il programma in un mese e passai il resto dell'estate a scrivere altri programmi, come un processore di testi, per puro divertimento; poiché scoprii quanto fosse scadente il 'fortran' giurai che non l'avrei mai più usato, e da allora non ho mai più scritto nessun programma in quel linguaggio. Ma abbiamo un compilatore in 'fortran' nel nuovo sistema nel caso che un masochista volesse scrivere in fortran o che uno ne avesse bisogno. In seguito, dopo un anno di università ad Harvard, scoprii i laboratori di informatica al MIT, e andai lì con la speranza di prendere i manuali del loro sistema; mi dettero, invece, un lavoro, e da allora in poi lavorai lì fino alla fine del 1983. Ed è così che cominciai a scoprire cosa fosse una comunità di condivisione di software. Appena arrivai cominciai a far parte della comunità; e, in questa comunità, se qualcuno stava lavorando a qualcosa cosa che fosse, in qualche modo, utile, chiunque poteva averne una copia. Si poteva usare il programma oppure operarvi cambiamenti, staccarne una parte, vale a dire tagliare dei pezzi e usarli in qualche altro programma che si vuole scrivere. Se qualcuno aveva già scritto il codice per fare una certa cosa, non si aveva bisogno di riscriverlo e lo si poteva copiare dal suo programma. Ebbi una bellissima impressione di quello che succedeva perché sentivo che si stava lavorando tutti insieme per far progredire la conoscenza umana, che non lavoravamo come nemici l'uno dell'altro, che eravamo tutti in un'unica squadra, insieme per il bene dell'umanità. Mi piace sentire questa sensazione di condividere un bene comune! Odio, viceversa, la sensazione di lavorare contro altre persone; io voglio provare la sensazione di lavorare per l'umanità. Questa comunità di cooperazione di persone che condividevano il software, purtroppo, si disgregò nei primi anni '80. Una persona diede l'esempio, scrivendo un programma e vendendolo ad una società; dopo di lui, altre persone dalla coscienza "fiacca" seguirono il suo esempio. Dissero: "C'è uno che è stato non cooperativo e sta facendo soldi". Credevano che ci guadagnasse; in seguito, è venuto fuori che non ci aveva ricavato molto. Lui stesso oggi dice che la conseguenza principale della sua decisione fu l'insuccesso del suo programma. Comunque, poiché allora pensarono che ci guadagnasse parecchio, altri lo imitarono e la gente smise di cooperare. E così vidi la mia parte della società disgregarsi e diventare una giungla dove vige la legge del più forte. Fui molto addolorato quando questo accadde. Cominciai, allora, a cercare il modo per creare una nuova società da qualche parte nel mondo; avevo fatto parte di una comunità di cooperazione che era morta. Mi dimisi dal mio lavoro al MIT per cominciare il progetto 'GNU' perché volevo essere sicuro di poter diffondere il software GNU come software libero. Non volevo che il MIT potesse fermarmi. E, negli USA, quando il personale di un'università - e io facevo parte del personale- crea dei programmi, l'università stessa li può prendere e venderli se vuole. Volevo assicurarmi che questo non avvenisse, altrimenti il mio lavoro sarebbe andato sprecato. L'unico modo in cui potevo essere sicuro che non sarebbe successo e che avrei potuto usare il 'copyleft', che mi sembrava molto importante, era quello di lasciare il mio lavoro. Ho lasciato il mio lavoro per cominciare il progetto 'GNU' nel gennaio del 1984.



Domanda 12
Non Le piaceva il modo in cui facevano ricerca al MIT?

Risposta
Non direi questo, perché al MIT non hanno sempre un modo solo di fare ricerca. Sapevo, però, che era possibile. Inoltre, non volevo trovarmi nella posizione di dover ottenere il permesso di diffondere il software come software libero, volevo essere assolutamente sicuro prima di scrivere il software che avrei potuto farlo libero; volevo essere sicuro di poter usare il 'copyleft' perché avevo visto la vecchia società crollare per il fatto che era troppo facile per la gente poter rifiutare di collaborare, troppo facile guadagnare ad essere non-cooperativo. Il 'copyleft', viceversa, stabilisce una forma di cooperazione, di condivisione del proprio lavoro. Mi sembrava che usare il 'copyleft' avrebbe dato alla comunità una buona spina dorsale, una buona capacità di tutelarsi dagli abusi, perché se la gente si sente sopraffatta o sfruttata continuamente comincia a scoraggiarsi e a mettersi sulla difensiva. Oltre, quindi, agli effetti diretti veri e propri dell'uso del 'copyleft' e degli effetti pratici ottenuti incoraggiando molta gente a contribuire con le loro migliorie al programma, penso ci sia anche un effetto psicologico, dovuto al fatto che poiché le persone vedono che c'è una certa dose di difesa della comunità, sentono che la comunità è autosufficiente. Sentono che cooperare con la comunità ha un senso. E per concludere: buon hacking a tutti!

20/05/2005

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